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Una bella storia…

Oggi voglio raccontarvi un accaduto bellissimo.
Una storia che ci conferma che le coincidenze non esistono e che, le sincronicità della vita, sono sempre perfette.
Lynda Johnson mi chiama al telefono per un saluto e mi racconta che, qualche giorno fa, accompagna sua figlia Flaminia e i nipotini al parco. Con loro c’è anche Paolo, suo marito.
I bambini sono ancora vicino alla mamma e ai nonni quando un ragazzino affetto da Sindrome di Down li vede e si avvicina per fare conoscenza.
I genitori di quest’ultimo, attenti che il bambino interagisca in modo “educato” si avvicinano pure. Flaminia li rassicura con un bel sorriso invitandoli a star tranquilli e a lasciarlo fare.
Paolo assiste alla scena e, mentre i bambini socializzano, si mette a chiacchierare con i grandi.
“Sapete, anche noi abbiamo un figlio affetto da Sindrome di Down, ormai è un uomo. Ma è un uomo autonomo e felice”.
“Allora, non siete estranei alla nostra realtà… sapete che vita impegnativa viviamo”.
“Certo, ma siamo stati fortunati, siamo sempre stati seguiti dal prof. Giorgio Albertini. Avreste dovuto conoscerlo, una persona straordinaria.”
“L’abbiamo conosciuto, eccome! Sapevamo che era una delle massime autorità in campo, un luminare. Purtroppo, ci accolse solo per una prima e ultima visita, ormai, cosciente del suo dramma, il professore sapeva che se ne sarebbe andato da lì a poco. Ma sa una cosa? ci ha lasciato un bellissimo ricordo.”
“Beh, noi lo abbiamo conosciuto molto bene, era un uomo di grande spessore, da tutti i punti di vista.”
“Sì, fu un incontro importante. Prima di salutarci per sempre, ci fece un dono, un dono che per noi ha un valore immenso. Si tratta di un libro, un libro che racconta la storia di un bambino Down e della sua straordinaria famiglia. Il professor Albertini ci disse di seguire le indicazioni di quel libro perché è l’unico testo che parla direttamente ai genitori di questi bambini. Sa, è un libro speciale, è un racconto ma è anche una guida che testimonia come e quanto si possa fare affinché la Sindrome di Down non sia un limite, ma una risorsa.”
A quel punto l’emozione di Paolo sale alle stelle.
Lynda e Flaminia, impietrite dalla sorpresa non riescono a parlare, le mancate parole possono solo scorrere come lacrime sui loro volti, mentre i bambini diventavano amici e si mescolano giocando insieme e quei genitori continuano il racconto della loro famiglia, della famiglia di Lynda e Paolo.
I due proseguono a parlare entusiasti e completamente ignari rispetto a chi hanno di fronte.
“Sa, per noi quel libro è un punto di riferimento. Ci aiuta, ci incoraggia, ci spinge a osare, a chiedere e a essere: ad affiancarci al nostro bambino con una visione più costruttiva, più possibilistica… Sapesse, è una storia straordinaria, la storia vera di una famiglia e di come il loro bambino affetto da Sindrome di Down, ora, sia un uomo felice, indipendente.”
“Siamo noi!” – irrompe Paolo senza inibire la commozione.
“Prego??”
“Quella famiglia, quella famiglia di cui state parlando, siamo noi! Io sono il papà di Alex, lei è mia moglie Lynda, l’autrice del libro e questa è nostra figlia Flaminia, la sorella di Alex. Quella è la nostra storia.”

Il resto ve lo lascio immaginare.

Avete idea di come mi sia sentita al telefono durante e dopo questo racconto?

Sapete, vero, cosa rappresenta per me “Chiamami Alex”?
Un libro che ho amato profondamente da quando lo lessi d’un fiato sui fogli dattiloscritti da Lynda, una mattina seduta sulla spiaggia, di fronte al mare.
Decisi di pubblicarlo da quel primo momento, senza esitare.
Quel racconto esprimeva così tante emozioni.
Mi commuoveva, mi agitava e mi faceva ruggire dalla voglia di fare qualcosa per qualcuno.
Mi parlava, mi insegnava, mi guariva.
Ho amato “Chiamami Alex” durante la lavorazione, mentre scivolavo sempre più nei sentimenti dei protagonisti per poterli trascrivere con l’intento di creare uno strumento di aiuto.
E continuo ad amare “Chiamami Alex” per tutto ciò che mi ha trasmesso, per tutto quello che significa e per quanto bene, speranza e fiducia sappia portare alla gente, alla gente comune che non ha bisogno di testi accademici ma di storie vere che portano esempi concreti di realizzazioni possibili e belle. Belle.

Chiamami Alex non è solo per chi ha un figlio o un parente affetto da Sindrome di Down, è per tutti coloro che, per qualsiasi motivo, hanno gettato la spugna, hanno mollato un progetto, un sogno o che si lasciano affondare da previsioni catastrofiche o da evidenze che solo appaiono senza via d’uscita, ma credeteci, SOLO APPAIONO perché non è così.
Tutto è possibile davvero: ecco cosa rappresenta questo libro.

Forse sarete stufi di sentirmelo dire, ma vi prego, lasciate che lo faccia ancora, come sempre, perché ormai è il mio modo di essere che mi porta, ancora, solo a dire una parola: GRAZIE, grazie alla vita.

Chi volesse lasciarsi ispirare da questo libro o volesse donarlo a qualcuno, lo faccia, non si fermi.
Diffondete il bene, la Luce, la speranza, la riuscita.
Lo trovate nella mia libreria 
RICCO, Libri, Arte, Salute 0717823067 e possiamo spedirlo ovunque voi siate.

Condivido con la cara amica Lynda Johnson che non si è fermata solo a scrivere, ma ha fondato una cooperativa, la W.A.Y.S http://www.wayscooperativa.it attraverso la quale aiuta tante persone particolari a trovare una ragione per vivere come noi tutti, come cittadini liberi e dignitosi.
Anna Capurso

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